David Ciussi
Il
Sé/coscienza pura e ego
3^ Millénarie n. 61 – Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini
Le tradizioni orientali ci parlano molto
del Sé per descrivere quella esperienza istantanea di
coscienza che è l’illuminazione: l’Essere, opposto al nostro “piccolo me”,
l’ego. L’ego sarebbe dunque quella rappresentazione mentale che io ho di me,
identità separata dal tutto: quel me parziale e
artificiale.
Chi sono
veramente? Il Sé/coscienza pura o l’ego.
Perché ho l’intima sensazione che una cinepresa di controllo osservi le mie
azioni e i miei gesti all’interno di me stesso? Sono solo quel cronista e
critico dei miei atti passati e futuri o la mia vera natura è questa
presenza-acutezza silenziosa, senza pensiero che si vive nell’istante presente?
Qual è quel processo del mio immaginario che dà una realtà a quell’oscillazione
tra l’aspirazione a essere il Sé e la constatazione di
non esserlo?
Proviamo, a descrivere la differenza tra
Sé/coscienza pura e l’ego.
Cos’è l’ego, la sua funzione e la sua messa
in scena?
-
L’ego è la
maschera che si prende per il viso originale, è l’identificazione nella
personalità limitata, è il bicchiere che pensa di contenere lo spazio. E’ un
processo mentale che ci illude sulla natura ultima
della realtà.
-
La funzione
dell’ego consiste in permanenza a incollare immagini.
Mette insieme le immagini ricordo parziali e momentanee della nostra vita per
creare il suo album di foto e provare la sua esistenza temporale. Il suo potere
è l’identificazione all’immagine. Il suo tocco di magia consiste nel farci
credere che i nostri pensieri sono reali, che il tempo, il passato e il futuro
esistano.
Come si attua questa messa in scena?
Quando vedete un film, vi attaccate alla
sequenza di immagini sullo schermo dando loro un
senso, non preoccupandovi della meccanica e del processo della loro
apparizione. Ciò che dà movimento e continuità e apparenza ai personaggi del
film, è la sequenza del susseguirsi delle immagini (24 al secondo).
Ci appaiono incollate le une alle altre mentre in realtà si succedono secondo
una cadenza determinata. Emergono da un intervallo che è la matrice soggiacente
al film, alternanza delle zone d’ombra e di luce.
Nello stesso modo, nella nostra mente, si
opera questa messa in scena di cui non siamo coscienti. I nostri pensieri sono
immagini mentali che, sfilando a una certa frequenza,
ci danno l’illusione della continuità della nostra storia personale.
L’illusione si
auto-seduce con il pensiero mentale e si lascia “rivestire” dall’intelletto che
raffina la spiegazione della sua prigione analizzando il contenuto di ogni
immagine e dimenticando l’insieme del processo cosciente.
Non è analizzando il contenuto di ogni immagine che posso diventare cosciente del processo
pensante: l’immagine seguente è già là.
In realtà esiste un intervallo tra due pensieri, la
coscienza pura, matrice soggiacente all’apparizione di quei pensieri, che è
sempre là e senza la quale non esiste niente: vegliare è prima di pensare.
L’errore dell’intelletto è leggere
unicamente le immagini mentali, dimenticando la sorgente che gli dà vita.
Cos’è la conoscenza pura, il Sé?
La conoscenza pura è il frutto della
propria rivelazione, dei segni visibili, degli istanti semplici solo letti con
gli occhi dell’anima.
E’ quella grazia di trasmissione per la
quale “io sono”, il Sé atemporale e illimitato che svela la logica dell’errore
offrendo la verità.
E’ il processo d’essere cosciente delle meraviglie
dell’Essere, vivendo nel cuore della metamorfosi. La conoscenza pura è
quell’intelligenza intuitiva che si riconosce nel cuore della mia anima
personale, conoscenza fluida e osservatore immobile, che unisce il punto
d’equilibrio al suo mistero, istante prezioso, che contiene l’eterno senza
frontiere.
Perché “il Sé” sceglie un’anima personale per partecipare e offrirsi? Questo
è un mistero!
Questo miracolo atemporale e rinascente si
riproduce in me, umano, figlio sacro della conoscenza pura. E’ in questo intervallo cosciente che è deposta la semenza della
nascita eterna. Allora, nascendo al mondo nascente, sono cosciente, sono
cosciente prima di pensare e ogni cosa è la mia sostanza. Sono questa qualità
inafferrabile di silenzio nello stupore dell’essere vivente “me personalmente
impersonale”. E’ in questa qualità tra due pensieri che il silenzio genera “la
meraviglia di vivere”, lo sgorgare dell’istante presente che nasce qui e ora.
Qui si trova inscritta la mia esistenza, genesi di tutte le specie. Qui non ci
sono domande, c’è l’esistere: “io sono quello”.
Qual è la differenza tra un essere che vive
la libertà e quello che non la vive?
Il primo è simile ad una vettura che va;
l’altro possiede esattamente la stessa vettura, ma è con i pezzi smontati! Il
primo esalta la libertà, è il “conducente” dell’intelligenza della
trasformazione; l’altro mette in opera un principio di separazione e si esclude
da tutto. Lasciando l’universalità si riduce a una
esistenza in “kit” dove tutte le cose, compreso lui, diventano prive di senso.
L’illuminazione è quell’atto
dell’intelligenza che mette insieme quello che già esisteva. La conoscenza pura
è quel processo di cognizione e di trasformazione che rivela la luce divina e
l’ordine universale in tutti gli aspetti viventi della creazione.
Perché non sono sempre il Sé?
Mi lascio impressionare dai miei pensieri
che mi fanno vedere che non sono intero e che mi manca qualcosa. L’ego m’impone
un’idea mentale di ciò che il Sé deve
essere, inventando la dualità. Crea nel mio spirito l’immagine virtuale di un
ricercatore che deve camminare su un falso cammino, per trovare più lontano e
più tardi ciò che deve trovare qui.
“Io penso quindi fuggo qui ed ora”. Facendo
così, uccido la creatività e il dinamismo della realtà che mi “fa” in questo istante. Sacrifico il momento presente perdendo così
ogni possibilità di essere libero.
Come fare per diventare sempre più
cosciente della mia vera natura? Ecco una traccia di dodici passi per attuare
la trasformazione:
-
Portare la mia
attenzione sul momento presente
-
Prendere
coscienza che solo l’istante vissuto pienamente è portatore di realtà; la “mia
vita” è questo solo istante: tutto ciò che devo compiere e riconoscere è sempre
qui
-
“Coscientizzare” la relazione nel mio corpo portando
l’attenzione sulla respirazione e i sensi
-
Essere vero con
le mie emozioni ponendomi la domanda: “Cosa succede in
me, subito?”
-
Essere nel
pensiero-azione, cioè vivere completamente l’atto che
si svolge, senza pensare al risultato
-
Accettare le
cose come sono; non continuare a immaginarle come
vorrei che fossero lì; una giornata non dovrebbe essere, è
-
Diventare sempre
più cosciente quando mi chiudo in un pensiero
-
Sentire come
quel pensiero giudica, afferma mettendomi in una sorta di “certezza” mentre non
è che una nube sulla quale non posso appoggiarmi
-
Prendere
coscienza del giudizio quasi immediato che nasce in me essendo “l’ultimo giudice”
-
Riconoscere che
amo “fare il mio film” perché nutre il mentale e mi dà l’impressione d’esistere
-
Praticare
l’obbligo di dire “basta” ai pensieri ruminanti
-
Preoccuparmi più
delle emozioni-reazioni in una data situazione piuttosto che accusare l’altro
-
Scoprire la
propria simbologia dei sogni, per vedere come il mio inconscio mi parla e come
il mio mentale mi logora durante la giornata.
La compagnia e l’intimità con uomini
semplici, testimoni di questa saggezza, sono un requisito per vivere
un’avventura verso l’autonomia, l’autoreferenza e la libertà.
Sul cammino spirituale, solo ciò che è
riconosciuto in voi, per esperienza diretta e immediata, è sorgente di
trasformazione.
Allora, benvenuto all’uomo
coraggioso che, da qui e ora, parte per la più nobile delle battaglie:
scegliere di lasciar andar le sue paure e le sue abitudini mentali per ritrovare la sua vera natura, memoria
santa dell’istante presente e della meraviglia d’essere in vita. Partecipando a
questa poesia creatrice, l’uomo compie il suo dovere; si riconosce “fortunato”
l’allegria è la sua attività, prima poesia del sorgere originale della vita.
Questa intenzione di luce divina, questo
perdono in atti sono l’attività del Creatore che in ogni istante fa l’universo
intero. Essendo nell’intimità dell’Essere, l’uomo rientra in sé.
Allora la sua vera natura, le stelle, il
sole, gli uomini, gli animali, le piante non sono un’altra vita…